Mentre a Genova vola la merda, a Milano speriamo torni il bel tempo

A Genova tra procura e difese dei poliziotti implicati nell'irruzione alla Diaz vola letteralmente la merda, complici pennivendoli e gente che continua a preferire una finta buona fede di gente in divisa che la cruda verità delle persone normali, a Milano domani venerdì cinque ottobre 2007 inizia il processo di appello per i fatti dell'11 marzo. L'11 marzo un gruppo di 200-300 persone circa ha cercato di impedire che circa mille neofascisti sfilassero nel centro della città. Non riuscendo a raggiungerli per l'imponente schieramento di polizia in piazza Oberdan (Porta Venezia), i presenti hanno eretto delle barricate e ingaggiato un rapido scambio di lanci con le forze dell'ordine (durato in tutto 30 minuti). Durante la carica le forze dell'ordine hanno arrestato 45 persone, di cui un terzo sono state rilasciate perché non c'entravano nulla facendosi però qualche giorno di galera, un altro terzo è stato assolto perché non vi era una sola prova che avessero fatto alcunché, un terzo è stato condannato a 4 anni (ovvero 8, ridotti a 6 per le attenuanti e a 4 per il rito abbreviato) per devastazione e saccheggio. Questi ultimi hanno almeno una foto che li ritrae travisati in piazza (notare che sono stati sparati decine di lacrimogeni). Solo due o tre di questi hanno foto in cui lanciano uno o due sassi. Nessuno di questi si e' reso protagonista di incendi, di lancio di razzi, o di lancio di bombe carta imbottite di chiodi (che non ci sono mai state, dato che la foto a cui viene associato questa affermazione della polizia è in realtà il tipico cartone in cui ti vendono i chiodi a tre punte in un qualsiasi ferramenta). Quattro anni per essere presente a una manifestazione che degenera. I naziskin che hanno accoltellato quattro persone fuori da conchetta (di cui due in pericolo di vita) hanno visto in appello derubricato il tentato omicidio in lesioni: due anni e condizionale. Forse l'indicazione è: smettetela di giocare e datevi sul serio alla barbarie. Dovremmo tenerne conto.In occasione del processo contro i 29 imputati per devastazione e saccheggio per i fatti dell'11 marzo, complici le elezioni e un sempre più spinto moralismo che confonde violenza e sicurezza, barbarie e legalitarismo, nonché la contemporaneità delle elezioni comunali, nessuno ha avuto la coscienza di affermare che l'uso politico dei reati del codice penale è ormai totalmente fuori controllo. Il comitato dei genitori e i pochi che si sono spesi per difendere le persone accusate sono stati lasciati sostanzialmente da soli per mesi, mentre 27 persone (di cui poi 9 assolte) passavano mesi in galera. Ora è passato del tempo. Non ci sono più le elezioni. Non c'è più lo shock mediatico di mezza barricata che brucia in mezzo alle vetrine di Milano. E' tempo di ridare alle persone la loro libertà per una cosa che non è come la si è voluta dipingere con la complicità di Basilone (il pm titolare dell'inchiesta) e dei favori che deve ai carabinieri (che sono i veri "spingitori" dell'inchiesta). E' tempo per tutti di ammettere di essere stati vittima di un abbaglio misero e moralista, e di aver lasciato soli persone che non lo meritavano. E' ora di capire che se un tentato omicidio diventa lesioni, allora le nostre accuse per devastazione e saccheggio, rapina, e chi più ne ha più ne metta dovrebbero smettere di esistere. A meno che le "toghe rosse" continuino a operare come quando c'era il PCI, per eliminare tutti coloro che stanno a sinistra e per mettere in difficoltà mediatica, ma senza colpire veramente gli avversari politici che però combattono per le stesse poltrone. A buon intenditor… Da http://nero.noblogs.org/

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