ASSEMBLEA PUBBLICA VENERDI 26 0TT0BRE 2007 su Processi Repressione e Lotte

L'azione durissima della magistratura nel processo sugli scontri dell’11 marzo 2006 in  corso Buenos Aires a Milano s'inserisce nel generale clima di repressione che colpisce le vite di decine e decine di persone dalla Sardegna a Cosenza, fino ad arrivare al capoluogo lombrado,attraverso l'uso di reati associativi e similari (reati di pericolo come devastazione e saccheggio ad esempio) e di inchieste gestite mediaticamente in stile "sbatti il mostro in prima  pagina", attraverso lo stillicidio di denunce contro singoli per reati "minori", lo sgombero forzato degli spazi sociali occupati, la repressione del  diritto alla mobilità come per esempio la vicenda dei treni per il  corteo contro Bush a Roma. In una prospettiva più generale gli spazi  di agibilità politica delle varie forme di protesta, resistenza e antagonismo che si muovono al di fuori degli schemi precostituiti vengono ad essere profondamente limitati. In prospettiva del processo di appello per la manifestazione antifascista del 11 marzo 2006 a Milano nasce un ambito composto da alcuni imputati, da compagni e compagne milanesi, “LibereRibelli”, con l’esigenza di riprendere il dibattito e di formulare una proposta collettiva di mobilitazione. Un ambito che nasce dall’esigenza di rilanciare il dibattito e la mobilitazione, partendo dalla vicenda degli arresti di C.so Buones Aires, per aprire una riflessione sullo sviluppo delle politiche repressive in un contesto più generale di  deriva autoritaria della società.La questione che è necessario affrontare è se stia maturando “un salto nel livello repressivo dello Stato” nei molteplici procedimenti giudiziari che si stanno svolgendo nel nostro paese contro il “movimento”, contro i suoi attivisti e le lotte a cui partecipano.A Milano si vuole creare un precedente molto grave nell’applicazione del reato di “devastazione e saccheggio” applicandolo alla protesta politica. L’escamotage di utilizzare il "concorso morale" ha infine consentito al giudice di condannare 18 persone a 4 anni di carcere, senza bisogno di contestare prove ed episodi specifici. Una pena collettiva che ha una funzione di monito generale in quanto punisce la semplice partecipazione ad una manifestazione.   Adesso è importante iniziare nuovamente a discutere, far circolare informazioni e collettivizzare le esperienze. Quindi l’idea di un incontro che partendo dal racconto degli avvocati, degli imputati,  delle realtà di movimento, dei comitati di genitori o altro, di come hanno operato, di come hanno reagito di fronte al fenomeno repressivo, si possa costruire un confronto e conoscenza reciproca.Quindi, oltre la necessaria presenza in tribunale durante le fasi del processo ( il 26 ottobre alle 9 per le dichiarazioni della difesa e 8 novembre per la sentenza) costruiamo un momento di discussione finalizzato, nelle nostre aspettative, a risaldare rapporti di scambio, solidarietà e dibattito tra le esperienze e soprattutto a lanciare iniziative di mobilitazioni che coinvolgano diverse realtà sul territorio nazionale. Un assemblea dove interverranno le realtà coinvolte nei processi per la mobilitazione antifascista dell’11 marzo 2006, nei procedimenti del febbraio 2007 per i reati 270/bis, per il processo “Sud Ribelle”, per gli scontri in via Po a Torino e a cui sono invitati tutti coloro che vogliono portare il proprio contributoInoltre interverranno  inoltre gli Avv. Mirko Mazzali, Avv. Giuseppe Pelazza, Avv. Laura Tartarini e un rappresentante del Legal Forum  Venerdi 26 ottobre alle ore 21 presso il Barrio’s in via Barona 51 ang. Via Boffalora  a Milano libereribelli@libero.it

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