CONTESTAZIONI A LE PEN A PALERMO: RILASCIATI I CINQUE FERMATI

(ANSA) – PALERMO, 4 LUG – La polizia questa mattina ha rilasciato i cinque giovani fermati ieri pomeriggio vicino all'hotel San Paolo Palace di Palermo dopo l'assalto condotto da un gruppo di uomini incappucciati che manifestavano contro il leader francese del Front National Jean-Marie Le Pen che, nell'albergo, avrebbe dovuto incontrare i giornalisti. I cinque, con precedenti per invasioni di terreni, oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, erano sospettati di avere preso parte alle contestazioni. Tra loro c'era anche un cittadino olandese. I ragazzi incappucciati sono arrivati su un autobus di linea davanti all'albergo poco prima che giungesse Le Pen. Appena scesi hanno tirato verso l'ingresso dell'albergo tre molotov, due bombe carta e alcuni fumogeni e poi sono fuggiti a piedi. Lo scoppio di una bomba ha sbalzato un agente della polizia, che faceva parte del servizio d'ordine, contro un muro. Il poliziotto è rimasto lievemente ferito. Vicino all'hotel gli agenti hanno trovato giubbotti neri, catene, guanti e alcuni passamontagna che sono stati portati alla polizia scientifica per accertamenti. (ANSA). (10:36)

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LA VERITA’ NON SI CANCELLA

Sit-in sotto al ministero dell’interno il 5 luglio dalle 11.00 alle 15.00

Ci sono persone che non hanno dimenticato Genova 2001…Ci sono persone che non hanno dimenticato l’omicidio di Davide Cesare, per tutti noi Dax…Ci sono persone che non dimenticano l’omicidio di  Federico Aldrovandi, 18 anni…Ci sono persone che non dimenticano la morte di Renato Biagetti… LA VERITA’ NON SI CANCELLA Appuntamento il 5/07/07 sotto al Ministero dell’interno, in piazza dell’Esquilino dalle 11.00 alle 15.00. La famiglia di Renato Biagetti, Associazione culturale “I sogni di Renato”, i compagni e le compagne di Renato, i compagni e le compagne di Dax, Haidi Giuliani, Supporto Legale. Per info e adesioni: veritaperrenato@inventati.org

 

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SCARCERATI I COMPAGNI TORINESI

Davide, Fabio e Marco, agli arresti domiciliari dal 14 
giugno perché autonomi e antifascisti, sono stati 
scarcerati il 2 luglio. La decisione presa dal 
Tribunale del Riesame, convocato in seguito a ricorso 
contro la misura detentiva presentato dal difensore degli 
arrestati, avv. Roberto La Macchia, è stata quella di 
tramutare la misura cautelare nell’obbligo settimanale di 
presentazione alla polizia giudiziaria.
 
Sfuma così la prospettiva, per il PM Tatangelo, di 
confinare in casa per tutta l’estate i tre antifascisti, 
arrestati perché accusati di resistenza a pubblico 
ufficiale, lesioni aggravate e minacce per quanto accaduto 
a palazzo nuovo il 14 maggio, quando gli studenti 
ottennero la cacciata dei fascisti del FUAN 
dall’università di Torino solo a prezzo di scontri e 
barricate contro la polizia nell’atrio della sede delle 
facoltà umanistiche.
 
Il presidente della corte del Riesame ha motivato la 
sentenza accreditando il punto di vista del difensore, 
secondo cui le dichiarazioni degli agenti di ps e della 
digos sono foriere di dubbi e da approfondire in sede di 
eventuale dibattimento, mentre ciò che mantiene qualità di 
prova oggettiva sono i due video filmati dalla polizia, 
nei quali però non compaiono gli indagati, se non in 
momenti in cui non commettono alcun gesto qualificabile 
come “reato”.
 
Senz’altro di grande aiuto sono stati i comunicati e gli 
attestati di solidarietà giunti da tutta Italia, dalla 
Germania e dalla Gran Bretagna e da altri paesi, 
unitamente agli appelli di docenti e altre figure del 
mondo accademico, come studenti e precari della ricerca, 
che hanno messo in dubbio la versione della polizia e del 
PM, e hanno mostrato il reale radicamento del collettivo 
universitario autonomo all’università. Un grazie caloroso 
e militante a tutte e tutti coloro che hanno preso 
posizione in queste settimane.
 
Resta, secondo il giudice, la pericolosità sociale dei tre 
indagati, che per questo devono subire nonostante tutto la 
misura dell’obbligo di firma una volta alla settimana.

 Per info http://www.infoaut.org/

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NON VOGLIAMO LE PEN A PALERMO !!

Nei giorni compresi tra il 2 ed il 5 luglio la città di Palermo e l’isola di Lampedusa avranno il dispiacere di ospitare il presidente del Fronte Nazionale Francese, Jean Marie Le Pen.

Il gruppo parlamentare di estrema destra al Parlamento Europeo (il poco noto “Identità, Tradizione e Sovranità”) organizza infatti in Sicilia un convegno sul fenomeno dell’immigrazione.

Ancora una volta la componente più razzista e fascista all’interno delle istituzioni europee ritiene legittimo venire nella nostra isola per spiegare cosa è l’immigrazione agli abitanti di una regione che quotidianamente si confronta e vive con cittadini e lavoratori immigrati.

La nostra Palermo ha saputo sviluppare spazi di reale integrazione nonostante il disinteresse e la disonestà di buona parte delle istituzioni locali: i figli dei siciliani condividono ormai quotidianamente i banchi delle scuole con coetanei immigrati ed ognuno di noi vive in maniera assolutamente libera una città sempre più multietnica.

Noi palermitani, da sempre antirazzisti, vorremmo nella nostra città più mediatori culturali; vorremmo chiudere i Centri di Permanenza Temporanea a Trapani, a Caltanissetta, a Lampedusa; vorremmo che tutti i lavoratori immigrati, che ogni giorno sostengono settori fondamentali dell’economia, fossero tutelati e garantiti dalla legge e ricevessero liberamente i permessi di soggiorno; vorremmo non vedere più frontiere chiuse e militarizzate che costringono centinaia di disperati a sbarcare sulle nostre coste, rischiando e perdendo la vita.

Invece ancora una volta questi fascisti verranno a vomitarci addosso slogan inutili e distanti dai veri problemi quotidiani.

La nostra regione lotta contro la mafia e la disoccupazione, per il diritto alla casa ed al reddito, contro una classe politica parassitaria e capace di affermarsi solo attraverso clientelismo e brogli elettorali. La Sicilia non è una passerella per fascisti in doppio petto, xenofobi e razzisti.

Il 3 luglio dalle ore 14.00 Le Pen visiterà le strade della nostra città.

Noi invitiamo tutte gli antifascisti e antirazzisti a mobilitarsi in massa, a scendere in piazza per manifestare il proprio dissenso in ogni modo e con ogni forma, per gridare il proprio sdegno contro le politiche xenofobe e ribadire che a Palermo non c’è e non ci sarà mai spazio per fascisti, razzisti e politicanti da strapazzo.

Antifasciste e Antifascisti di Palermo

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Contrastata l’apertura della nuova sede di F.N. ad Asti.

Ottima accoglienza riservata al segretario Fiore    Sabato mattina Asti ha avuto occasione di dimostrare chel’antifascismoè ancora uno dei valori fondanti la società che vuole essere libera.   Quando si è appresa la notizia dell’inaugurazione della sede di viaGiobert e dell’arrivo di Fiore, l’Asti antifascista ha saputoprepararsi  e organizzarsi. La fortuita leggerezza della questura nelconsiderare l’evento ha fatto si che i compagni potessero raggiungerela sede ed occuparne interamente la via.   Il clima surriscaldato ha portato ad un leggero tafferuglio, da cui iquattro sfigati son stati salvati grazie solo al pronto interventodella sbirraglia. All’arrivo di quel figlio di… Fiore, stretti nellamorsa del cordone poliziesco, i compagni hanno attaccato il segretariodi Forza Uova, con… uova vecchie di quattro mesi. Il poveraccio hatentato una buffa chiamata “All’attacco miei camerati” cui nessunodei“suoi camerati” ha fatto risposta. Beh! Per essere il segretarionazionale… I fascisti si sono barricati all’interno della nuova sede,probabilmente nell’olezzo generale di fogna e uova marce.   Il gruppo antifascista si è quindi disciolto per approdare davanti almunicipio astigiano, sul quale è stato issato lo striscione: “Chiuderei covi neri”.    I cani fascisti non si meritano la nostra attenzione, ma stiano purcerti che un occhio di riguardo lo terremo sempre sui loro movimenti, emai lasceremo indisturbati nelle loro sporche attività coloro chedisturbano e attaccano la lotta per una società nuova, libera, uguale.    Individualità antifasciste presenti    Ora li riconoscete   Sti fascisti, ste carogne,se ne tornino alle fognecon gli amici che han laggiù. V.d. anche http://radio-khaos.noblogs.org/category/antifascismo

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AGGIORNAMENTI – AGGRESSIONE A ROMA AL CONCERTO DELLA BANDA BASSOTTI

Pubblichiamo i comunicati dei compagni e delle compagne romani sull’aggressione fascista di giovedì al concerto della Banda Bassotti tenuto a Villa Ada- RomaPer ulteriori info   http://indy-lo.ortiche.net/    http://indy-rm.ortichenet/   http://www.infoaut.org/Comunicato sui fatti di Villa Ada 

AGGRESSIONE FASCISTA A VILLA ADA
 
In questi giorni a Villa Ada si sta svolgendo la manifestazione musicale
"Roma incontra il mondo 2007". L'evento, che si ripete oramai da molti anni,
è patrocinato dal Comune di Roma (Assessorato Politiche Culturali) e
organizzato dall'ARCI (comitato di Roma). Ieri sera, 28 giugno 2007, al concerto
suonava la Banda Bassotti, gruppo musicale con contenuti e pubblico notoriamente
"di sinistra".
Al termine del concerto, intorno a mezzanotte e mezzo alcune decine di
fascisti, al grido di "duce duce", hanno aggredito quanti e quante  andavano
via dopo la serata, arrivando a lanciare una bomba carta sotto il palco, e
allontanandosi solo davanti alla reazione dei presenti, apparentemente
dileguandosi senza essere notati da "distrattissime" forze dell'ordine che
solo dopo circa mezz'ora giungevano sul posto. Almeno tre persone hanno
riportato contusioni e ferite multiple di arma da taglio, con conseguenze solo 
per caso non letali.
L' iniziativa è parte dell'Estate Romana, evento di punta della  politica
culturale dell'amministrazione capitolina (e non è organizzata da un
centro sociale). Ciò ha fatto  che a questa aggressione venisse dato un
risalto mediatico e politico notevole,  a differenza delle molte di matrice
neofascista ad oggi compiute a Roma, specialmente negli ultimi due anni.
Nei giornali, nei tg locali e nazionali ricorre per la prima volta e
inequivocabilmente la definizione di aggressione fascista. Anche la
reazione del sindaco è immediata: già  di stamattina le prime dichiarazioni,
connotate
da un appello alle  forze dell'ordine perchè gli aggressori vengano
arrestati. Così anche il presidente delle federazione romana di AN, Gianni
Alemanno, con una carriera di provocatore radicalmente legato alla propria identità
neofascista, è costretto ad una presa di distanza, ma riduce, al tempo
stesso, il fatto a un atto "delinquenziale".
Ci preme, come antifascisti e antifasciste, riportare l'attenzione su un
contesto politico che abbiamo davanti agli occhi ormai da tempo, un
contesto che vede un ritorno alla visibilità  del neofascismo nelle sue varie 
forme, legittimato dalle politiche equidistanti, quando non conniventi,
dell'amministrazione romana, che elargisce fondi e apre spazi a sigle
come Foro 753 e all'Associazione Fratelli Mattei. Per questo è ingannevole
limitare la questione ad un fatto di ordine pubblico, quando rappresenta invece
l'unica pratica politica di questi neofascisti romani che incitano alle lame,
all'odio razziale, sessista e omofobo.
E' dall'assalto di due anni fa al Forte Prenestino, in cui un compagno
ha rischiato di perdere la vita, passando per l'omicidio di Renato dopo
una festa reggae sulla spiaggia di Focene, che ci ostiniamo a denunciare lo
squadrismo fascista rinato in questa città  dalla vittoria di Storace alla Regione
Lazio e tollerato nei suoi covi e nelle sue iniziative pseudo-culturali anche
Dalle attuali amministrazioni.
Il dato che oggi ci rimane è che tutti gli assalitori fascisti  si sono
potuti dileguare nonostante il tanto osannato intervento delle forze
dell'ordine, mentre due ragazzi sono ancora in stato di fermo e altri due, pur
rilasciati la mattina seguente, mantengono la denuncia a piede libero. Questa
decisione da parte di polizia e carabinieri, che oltretutto hanno insultato e
provocato proprio chi aveva appena subito l'attacco, segnala la volontà disminuire la
matrice dell'episodio riducendolo a semplice rissa e rivela dopo
Genova, le cariche all'ospedale San Paolo di Milano contro i compagni di Dax, lo
“smarrimento del verbale” con le ultime dichiarazioni di Renato e
la morte di Federico Aldrovandi la loro ambiguità .
Domani mattina porteremo la nostra solidarietà  ai ragazzi tutt'ora
detenuti, in occasione dell'udienza che si terrà  alle ore 9:00 al tribunale di
piazzale Clodio.
 
 
Antifasciste e Antifascisti di Roma

  

. ALCUNE PRECISAZIONI SULL ASSALTO 
FASCISTA AL TERMINE DEL CONCERTO DELLA BANDA BASSOTTI.*
 
 
L'azione squadrista dell'altra sera trova ampio spazio sui giornali 
perchè questa volta ad essere preso di mira non è stato un centro 
sociale ma un'iniziativa promossa dal Comune di Roma. Da anni a Roma e 
nelle altre città c'è un clima fatto di continue aggressioni nei 
confronti di militanti di sinistra o di semplici frequentatori di 
iniziative e feste promosse dalla sinistra alternativa. In un silenzio 
quasi totale, i morti in questi anni ci sono purtroppo già stati a 
Milano Dax, e  Renato  ucciso proprio l'estate scorsa alla fine di una 
festa a Fiumicino.
 
All'interno dell'iniziativa dell'Estate Romana a Villa Ada, promossa 
come negli anni passati dall'Arci, giovedì 28 giugno c'era il concerto 
della Banda Bassotti. Passata più di un'ora dalla fine del concerto 
all'una e mezza circa, qualcuno avvisa gli organizzatori che un gruppo 
di 30 individui e forse più, sta muovendosi verso le entrate 
dell'iniziativa, qualche attimo dopo gli aggressori armati di caschi, 
bastoni, coltelli , pietre ed altro arrivano alla prima entrata della 
Villa, la superano e tentano l'irruzione, lanciando prima un bomba
carta e poi tentando di superare  la seconda entrata della festa, che da 
accesso all'isolotto dove vi sono gli stand ed il palco, e dove c'erano
ancora centinaia di persone venute per la serata. Forse inaspettatamente 
per i fasci, un gruppo di compagni prontamente è uscito e impattando e 
scontrandosi  ripetutamente con questi per circa un quarto d'ora, ha  
impedito con la loro determinazione  che l'aggressione proseguisse 
all'interno della festa. Trovandosi di fronte una forte resistenza dei 
compagni, i fascisti hanno dovuto rinunciare allo loro impresa e 
dileguarsi all'interno della Villa.
 
Incomprensibilmente il servizio di sicurezza della festa che controlla 
sempre in maniera "tanto professionale" l'accesso all'area, non è stato
 capace di far fronte alla situazione, anzi dileguandosi subito  e 
riapparendo solo in un secondo momento,  chiudeva l'ingresso alle spalle 
dei compagni che respingevano gli assalitori e che gli impedivano 
l'accesso all'interno dell'area del palco e degli stand.
 
Vogliamo sottolineare che solo l'intervento dei compagni ha impedito che
i fascisti riuscissero ad entrare all'interno della festa, respingendo 
il raid e evitando cosi un bilancio della serata che sicuramente
sarebbe stato più grave e pesante.
 
*alcuni compagni antifascisti*

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AGGRESSIONE FASCISTA A ROMA

 Dal corriere della seraROMA – Una ventina di persone con il volto coperto dai caschi ha fatto irruzione a Villa Ada, a Roma, al termine del concerto rock del gruppo «Banda Bassotti», e si è avventata impugnando dei bastoni contro alcuni ragazzi. Il bilancio dell’aggressione, sembra di matrice politica, è di due feriti.SLOGAN DI DESTRA – A scatenare il panico tra le persone presenti al concerto, inserito nella manifestazione «Roma incontra il mondo», è stato anche il lancio di alcuni petardi. Gli aggressori, che urlavano slogan di destra, si sono avventati sulla folla «classificata come comunista» colpendo chiunque capitasse loro a tiro. Armati di spranghe e coltelli, gli aggressori - come raccontano testimoni - hanno anche lanciato tre bombe carta. La situazione è tornata alla calma solo grazie all’intervento dei carabinieri.
Il tutto è accaduto attorno all’una della notte.
I FERITI – I due feriti sono due ragazzi romani e per uno dei due è stato necessario il ricovero all’ospedale Sandro Pertini con una prognosi di 20 giorni a causa di alcune ferite di arma da taglio. L’altro ragazzo invece è stato medicato alla testa per una ferita causata da un oggetto che gli è stato lanciato addosso. Lancio oggetti anche contro i carabinieri che ha causato al lieve ferito di un militare. I carabinieri hanno identificato alcune persone.
29 giugno 2007
PER INFO http://www.ecn.org/antifa/

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AGGIORNAMENTO ARRESTI ANTIFASCISTI TORINESI

Oggi, 28 giugno, si è svolta l'udienza del tribunale del riesame che dovrà decidere se mantenere o interrompere la misura cautelare degli arresti domiciliari per i compagni arrestati il 14 giugno scorso.Il PM Tatangelo, durante la sua arringa, ha sostenuto l'importanza di prendere in considerazione, non tanto i fatti occorsi il 14 maggio durante l'iniziativa antifascista svoltasi a Palazzo Nuovo, quanto piuttosto la pericolosità degli imputati.Davide, Fabio e Marco vengono infatti definiti dal PM come dei violenti, soggetti ad un forte pericolo di recidivanza.Il PM Tatangelo, infine, sostiene che la misura cautelare degli arresti domiciliari non vada affatto ad intaccare la loro vita privata, in quanto potranno continuare ad avere permessi per recarsi all'università, etc...Tutto ciò non fa altro che confermare la tesi che a essere messi sotto accusa non sono i fatti compiuti, ma la pratica quotidiana dell'antifascismo che Davide, Fabio e Marco, insieme a tutti noi, hanno sempre portato avanti.Il tribunale del riesame ha 5 giorni a partire da oggi per emettere una sentenza, seguiranno aggiornamenti Per info http://www.infoaut.org/

 

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OMICIDIO DI FEDERICO ALDROVANDI, RINVIO A GIUDIZIO PER 4 POLIZIOTTI

Quattro poliziotti, Paolo Forlani (1961), Enzo Pontani (1965), Luca Pollastri (1970) e Monica Segatto (1964) sono stati rinviati a giudizio per omicidio colposo e saranno processati il 19 ottobre 2007. Sono imputati del p. e p. dagli art. 113, 51, 55, 40 cpv 589 c.p. perché, in cooperazione tra loro e consapevoli ciascuno della condotta altrui, in qualità di agenti componenti le volanti alpha 2 e alpha 3, intervenuti in via Ippodromo a seguito di chiamate di privati cittadini che avevano segnalato la condotta molesta e di disturbo di un giovane (successivamente identificato in Federico Aldrovandi), con colpa consistita nell’eccedere i limiti dell’adempimento di un dovere. In particolare i quattro poliziotti sono stati rinviati a giudizio per:1) nell’avere omesso di richiedere immediatamente l’intervento di personale sanitario per le necessarie prestazioni mediche a favore di Federico Aldrovandi descritto dagli stessi agenti in stato di evidente agitazione psicomotoria;
2) nell’avere in maniera imprudente ingaggiato una colluttazione con Federico Aldrovandi al fine di vincerne la resistenza eccedendo i limiti del legittimo intervento; in particolare, pur trovandosi in evidente superiorità numerica, percuotevano Federico Aldrovandi in diverse parti del corpo facendo uso di manganelli (due dei quali andavano rotti) e continuando in tale condotta anche dopo l’immobilazione a terra in posizione prona;
3) nell’avere omesso di prestare le prime cure pur in presenza di richiesta espressa da parte di Aldrovandi che in più occasioni aveva invocato “aiuto” chiedendo altresì di interrompere l’azione violenta con la significativa parola “basta”, mantenendo al contrario lo stesso Federico Aldrovandi, ormai agonizzante, in posizione prona ammanettato, così rendendone più difficoltosa la respirazione;
4) cagionato o comunque concorso a cagionare il decesso di Federico Aldrovandi determinato da insufficienza cardiaca conseguente a difetto di ossigenazione correlato sia dallo sforzo posto in essere dal giovane per resistere alle percosse sia alla posizione prona con polsi ammanettati che ne ha reso maggiormente difficoltosa la respirazione in Ferrara il 25 settembre 2005
 Inoltre ci sarebbero dei nomi nel registro degli indagati della cosiddetta «inchiesta bis» sul caso Aldrovandi. Il fascicolo è stato aperto dalla Procura di Ferrara dopo l'improvvisa apparizione del brogliaccio originale in cui erano segnate le chiamate arrivate la notte del 25 settembre 2005 al 113. Copia originale in cui gli orari di intervento delle volanti non coincidevano con quella in mano alla Procura. Poche settimane prima dell'udienza per il rinvio a giudizio, si è verificato il colpo di scena: la Procura ha aperto un'indagine sull'indagine, per così dire. La vicenda è ben strana: fu infatti uno degli avvocati degli indagati a chiedere al pm di entrare in possesso dei brogliacci del centralino della sala radio, citando un verbale di acquisizione – firmato da un funzionario della questura – di cui però il pm non era a conoscenza. Il pm chiese alla questura. In risposta arrivò una nota con cui si informava dell'improvviso ritrovamento in una cassaforte di una copia difforme dell'elenco delle chiamate di servizio di quella notte, nonché il rinvenimento di sette campioni di sangue mai messi agli atti. Scontata l'apertura di un fascicolo.
Che stavolta, però, non è contro ignoti, come per sei mesi è stato quello sulla morte di Federico Aldrovandi. In quel caso, infatti, la prima pm che seguì la vicenda, Mariaemanuela Guerra, impiegò inspiegabilmente del tempo per iscrivere i nomi degli agenti. Scelta miope, e che è stata utilizzata in seguito dagli avvocati della difesa per chiedere rinvii e sostenere che non erano stati sufficientemente garantiti i diritti degli indagati. La Procura, per ora, non conferma le indiscrezioni. Nessun avviso di garanzia è stato spiccato
  POLIZIA DAPPERTUTTO GIUSTIZIA DA NESSUNA PARTE

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MERCOLEDI 27 GIUGNO 2007

ALLE  21 PRESSO V33

IN VIA VOLTURNO 33 A MILANO

 

PRESENTAZIONE DEI LIBRI

  “ MIGRARE- Spazi di sconfinamento e strategie di esistenza” di FEDERICA SOSSI

 “EVASIONI E RIVOLTE – Migranti Cpt e Resistenze” di EMILIO QUADRELLI.

SARANNO PRESENTI GLI AUTORI

 

Emilio Quadrelli e Federica Sossi presentano i  loro nuovi lavori sul mondo dell’immigrazione. Uno sguardo sulle molteplici dinamiche che stanno dietro l’immigrazione, dalle paranoie securitarie europee alle strategie individuali di resistenza. Quando si parla di migrazioni sembra che a contare siano solo cifre e statistiche. Dietro gli stereotipi dell’«invasione», i proclami sulle «espulsioni» o il linguaggio asettico dei flussi, si cela tuttavia una moltitudine di storie a cui il discorso politico o scientifico non pare disposto a concedere alcuna visibilità. È sulla piega soggettiva delle migrazioni che il libro di Federica Sossi concentra l’attenzione, facendo emergere frammenti di vissuto di coloro che, dopo avere attraversato l’oceano di sabbia del Sahara e il deserto d’acqua del Mediterraneo, si scontrano con il limes dell’Europa o sono inseguiti, nello spazio in continua espansione di Schengen, da dispositivi di controllo mobili e delocalizzati. Si disegnano così i percorsi di un’umanità fuori luogo, chiamata a scontare sui propri corpi le ossessioni sicuritarie e le politiche di confinamento con cui l’Occidente intende governare il traffico degli umani, ma capace di inventare le proprie strategie di esistenza e resistenza. Intrecciando le riflessioni di Foucault, Arendt e Deleuze alle storie dei senza nome, Emilio Quadrelli in “Migrare”, con sguardo empatico e schierato, interroga la quotidianità, la vita e, spesso, la morte di uomini e donne sospesi in «luoghi del nessun dove»; ci permette di seguire così la nuova mappatura dei confini in espansione dell’Europa. Alcuni luoghi drammaticamente spetta colarizzati, i «teatri del sud»: Lampedusa, le isole Canarie, il Marocco, a partire dai quali legittimare le politiche di confinamento dei migranti, costruendo dietro le quinte gli interessi dell’Europa rispetto all’Africa. “Fino a quando gli immigrati annegano nei nostri mari oppure si accontentano di raccontare storie lacrimevoli e commoventi, il buon padrone bianco sente il dovere di indignarsi e magari di protestare. Ma non appena essi mostreranno di prendere l’iniziativa senza chiedere il permesso, ben pochi saranno disposti a seguirli”    Federica Sossi insegna Estetica all’Università di Bergamo. Tra le sue pubblicazioni: Nel Crepaccio del tempo. Testimoniare la Shoah (Marcos y Marcos, 1997) e, sul tema delle migrazioni, Autobiografie negate. Immigrati nei Lager del presente Manifestolibri, Roma 2002) e Storie migranti (DeriveApprodi, Roma 2005).    Emilio Quadrelli lavora come ricercatore al Dipartimento di Scienze Antropologiche dell'Università dii Genova e si occupa di tematiche relative la criminalità e l'immigrazione. Ha pubblicato con Alessandro Dal Lago “La città e le ombre (Feltrinelli 2003)” e con DeriveApprodi “Andare ai resti, Banditi rapinatori guerriglieri nell'Italia degli anni Settanta” (2004) e “Gabbie metropolitane” (2005) sui modelli disciplinari, le forme del controllo e le pratiche militari che, a partire dal carcere, si sono adeguate alle trasformazioni sociali ed economiche dell'ultimo ventennio

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