OMICIDIO DI FEDERICO ALDROVANDI, RINVIO A GIUDIZIO PER 4 POLIZIOTTI

Quattro poliziotti, Paolo Forlani (1961), Enzo Pontani (1965), Luca Pollastri (1970) e Monica Segatto (1964) sono stati rinviati a giudizio per omicidio colposo e saranno processati il 19 ottobre 2007. Sono imputati del p. e p. dagli art. 113, 51, 55, 40 cpv 589 c.p. perché, in cooperazione tra loro e consapevoli ciascuno della condotta altrui, in qualità di agenti componenti le volanti alpha 2 e alpha 3, intervenuti in via Ippodromo a seguito di chiamate di privati cittadini che avevano segnalato la condotta molesta e di disturbo di un giovane (successivamente identificato in Federico Aldrovandi), con colpa consistita nell’eccedere i limiti dell’adempimento di un dovere. In particolare i quattro poliziotti sono stati rinviati a giudizio per:1) nell’avere omesso di richiedere immediatamente l’intervento di personale sanitario per le necessarie prestazioni mediche a favore di Federico Aldrovandi descritto dagli stessi agenti in stato di evidente agitazione psicomotoria;
2) nell’avere in maniera imprudente ingaggiato una colluttazione con Federico Aldrovandi al fine di vincerne la resistenza eccedendo i limiti del legittimo intervento; in particolare, pur trovandosi in evidente superiorità numerica, percuotevano Federico Aldrovandi in diverse parti del corpo facendo uso di manganelli (due dei quali andavano rotti) e continuando in tale condotta anche dopo l’immobilazione a terra in posizione prona;
3) nell’avere omesso di prestare le prime cure pur in presenza di richiesta espressa da parte di Aldrovandi che in più occasioni aveva invocato “aiuto” chiedendo altresì di interrompere l’azione violenta con la significativa parola “basta”, mantenendo al contrario lo stesso Federico Aldrovandi, ormai agonizzante, in posizione prona ammanettato, così rendendone più difficoltosa la respirazione;
4) cagionato o comunque concorso a cagionare il decesso di Federico Aldrovandi determinato da insufficienza cardiaca conseguente a difetto di ossigenazione correlato sia dallo sforzo posto in essere dal giovane per resistere alle percosse sia alla posizione prona con polsi ammanettati che ne ha reso maggiormente difficoltosa la respirazione in Ferrara il 25 settembre 2005
 Inoltre ci sarebbero dei nomi nel registro degli indagati della cosiddetta «inchiesta bis» sul caso Aldrovandi. Il fascicolo è stato aperto dalla Procura di Ferrara dopo l'improvvisa apparizione del brogliaccio originale in cui erano segnate le chiamate arrivate la notte del 25 settembre 2005 al 113. Copia originale in cui gli orari di intervento delle volanti non coincidevano con quella in mano alla Procura. Poche settimane prima dell'udienza per il rinvio a giudizio, si è verificato il colpo di scena: la Procura ha aperto un'indagine sull'indagine, per così dire. La vicenda è ben strana: fu infatti uno degli avvocati degli indagati a chiedere al pm di entrare in possesso dei brogliacci del centralino della sala radio, citando un verbale di acquisizione – firmato da un funzionario della questura – di cui però il pm non era a conoscenza. Il pm chiese alla questura. In risposta arrivò una nota con cui si informava dell'improvviso ritrovamento in una cassaforte di una copia difforme dell'elenco delle chiamate di servizio di quella notte, nonché il rinvenimento di sette campioni di sangue mai messi agli atti. Scontata l'apertura di un fascicolo.
Che stavolta, però, non è contro ignoti, come per sei mesi è stato quello sulla morte di Federico Aldrovandi. In quel caso, infatti, la prima pm che seguì la vicenda, Mariaemanuela Guerra, impiegò inspiegabilmente del tempo per iscrivere i nomi degli agenti. Scelta miope, e che è stata utilizzata in seguito dagli avvocati della difesa per chiedere rinvii e sostenere che non erano stati sufficientemente garantiti i diritti degli indagati. La Procura, per ora, non conferma le indiscrezioni. Nessun avviso di garanzia è stato spiccato
  POLIZIA DAPPERTUTTO GIUSTIZIA DA NESSUNA PARTE

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