MOLOTOV MOSCHEA BRESCIA SESTO ATTENTATO IN LOMBARDIA NEL ’07

Milano, 16 ago. (Apcom) – "E' una vicenda tutta da accertare". C'è grande cautela e non emerge praticamente nulla dalla Questura di Brescia ma sono già in mano alla Digos le indagini sulle due bottiglie incendiarie tirate ieri sera contro la moschea e l'associazione culturale islamica di Via Corsica 221 a Brescia, Quello di ieri sera è almeno il sesto attentato contro obiettivi islamici in Lombardia nel 2007. Tra il 2 e il 3 maggio una bottiglia di plastica piena di benzina era stata gettata contro le finestre della comunità religiosa islamica "Co.re.is" di via Meda 9 a Milano; il 13 aprile molotov erano state lanciate contro la sede milanese dell'associazione internazionale "Islamic Relief" in via G.A. Amadeo; nella notte del 9 agosto due ordigni incendiari avevano colpito l'istituto islamico di Abbiategrasso (Milano), già preso di mira, sempre con ordigni simili, nella notte tra il 26 e il 27 luglio. Nella notte tra il 5 e il 6 agosto due bottiglie incendiarie erano state tirate contro il centro islamico di Segrate, alla porte di Milano, distruggendo l'auto del vice-responsabile, Hamid Zariat. Azioni realizzate con "metodi artigianali" e, almeno in apparenza, concepiti più per intimidire che per fare gravi danni. Insomma attentati che potrebbero avere una logica "dimostrativa", o quasi. L'unico attentato tra questi ad essere stato rivendicato è stato quello a Milano contro l'"Islamic Relief". Una telefonata ai Vigili del Fuoco attribuiva la paternità dell'azione a un "nucleo armato" del "Fronte cristiano combattente", sigla fino allora sconosciuta agli investigatori e che a quanto è dato di sapere non ha più dato notizia di sé. A indagare su molti di questi episodi, non ancora ufficialmente collegati tra loro, è oggi il pool antiterrorismo presso la Procura di Milano che pur procedendo a tutto campo pare sembra orientarsi verso la matriceneo-fascista. Per quanto riguarda l'attentato a Brescia della notte scorsa, secondo il sito www.islam-online.it (diretto da Hamza Roberto Piccardo, l'imperiese che nel 1990 fu tra i fondatori dell'Ucoii, Unione delle comunità ed organizzazioni islamiche in Italia) le molotov sarebbero state lanciate alle 21,45 in "uno dei due sottopassi di accesso al complesso della sede della Comunità islamica". La Questura di Brescia spiega che ad esplodere è stata probabilmente una sola delle due bottiglie incendiarie e che comunque "non si sono rilevati danni a persone o cose e la struttura non è stata danneggiata".  (AGI) – Milano, 16 ago. – E' toccato ieri alla moschea di via Volta a Brescia. Un paio di bottiglie incendiare che se non hanno causato danni a cose e persone, hanno infiammato dibattito e preoccupazione. Perche' quello di Brescia e' il quinto attentato eversivo in pochi mesi che si sia registrato sul territorio lombardo e, ancor piu', milanese. Un'escalation che non viene sottovalutata dagli inquirenti tanto che, almeno per quanto riguarda i primi quattro attentati, c'e' anche l'ipotesi che possa trattarsi della 'stessa mano' e le quattro indagini sono tutte confluite sul tavolo del Pm milanese Antiterrorismo Maurizio Romanelli. Andando a ritroso nel tempo, soltanto pochi giorni fa, quando i cristiani festeggiano San Lorenzo, ad Abbiategrasso due molotov annerivano la porta della moschea, mentre un terzo ordigno veniva fatto brillare dai carabinieri. Lo stesso luogo, ma un paio di settimane prima, aveva gia' conosciuto la paura delle bombe quando, la notte fra il 26 e il 27 luglio, gli attentatori avevano lanciato gli esplosivi direttamente nel cortile della moschea. In mezzo c'e' un'auto in fiamme. La Pegeaut 206 del vice-Imam della moschea di Segrate, Hamid Zariate. Mai nessuna rivendicazione se non per quell'attacco incendiario che, nell'aprile scorso, colpiva la sede milanese dell'associazione 'Islamic Relief' e che veniva rivendicato dal Fronte Cristiano Combattente. Una concentrazione di atti eversivi che ai mussulmani del portale islam-online.it fa dire: "In tutta evidenza qualcuno vuol far saltare i nervi ai mussulmani in modo da poter scatenare una repressione indiscriminata, pertanto e' necessario non reagire a nessuna provocazione, organizzare la sorveglianza e fare repssioni sulle autorita' di pubblica sicurezza affinche' si attivino per garantirci una serena fruizione dei nostri centri di aggregazione e formazione spirituale e culturale".

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